Our Foundation has no support from the state or from other public organisation and lives on people's donations. The research is very expensive so that our foundation has an extreme need of funds.

Also, the psychological impact of the Spinal Cord Injury (Para and quadriplegia) is less impressive on the people's imagination than that of other diseases as f.i. tumors or degenerative diseases. But the problem is severe and the economical burden for the families and for the Country is enormous, as well as the physical and psychological suffering of the patients and of their relatives. The frequency of these lesions is continuously increasing and in Italy about 2000 young people every year are put in a wheelchair for the rest of their life.


Our foundation is a non-profit one and it is classed ONLUS so that donation are tax-deducible.
Donation may be done by:

Banco di Brescia Ag. 8 Via S: Maria Crocifissa di Rosa, 67 25128 Brescia
C/C 28876 ABI 3500 CAB 11208
 IBAN : IT 28I 03500 11208 0000000 28876


Or:


Con bollettino postale intestato a "Fondazione Ricerca Lesioni Midollo Spinale"
C/C 11692258

 

Tax Incentives
Remember that donations and donations in memory ARE deductible.
FROM THE LEGAL PERSONS
Without any limitation (See Law 23.12.2005 n ° 266 article 1 paragraph 353 Decrees of the President and the Council of Ministers 8.5.2007 and 25.2.2009)
FROM THE NATURAL PERSONS
To the maximum extent of 10% of taxable income or up to € 70,000 (whichever is the lower of the two limits) (See Legislative Decree 14.3.2005 n ° 35 art. 14th President of the Council of Ministers Decrees and 8.5.2007 and 25.2.2009)
HOW TO OBTAIN DEDUCTIBILITY
The contributions must be paid through the banking system or post, even using the online payment by credit card, attaching to its income tax return the appropriate document certifying the payment made (ie bank receipt, bank statement, postal order). It is therefore not permissible deductions for contributions paid in cash.

 

 

Fondazione Giorgio Brunelli per la ricerca sulle lesioni del midollo spinale E.S.C.R.I. ONLUS

Presidente Dott.ssa Luisa Monini

VIA CAMPIANI 77, 25060 CELLATICA (BS) – Tel: 030 3385131 Fax 030 3387595

 

 

Prof. Giorgio Brunelli: giorgiobrunelli@midollospinale.com

E.S.C.R.I. : escri@midollospinale.com

Dott.ssa Luisa Monini: luisamonini@gmail.com

Segreteria della Fondazione: segreteria@midollospinale.com

Informazioni Generali: info@midollospinale.com

Informazioni per la Paraplegia: paraplegia@midollospinale.com

La Fondazione Giorgio Brunelli ringrazia il Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo, la Fondazione della Comunità Bresciana Onlus, Dompé farmaceutici e l'Associazione Seriate per la Ricerca Onlus per il generoso contributo dato allo scopo di consentire l'attività di ricerca.

 


 

Seriate per La Ricerca - ONLUS

Associazione no-profit per la solidarietà
Presidente: Damiana Lotito
Tel: 035 302486
Fax: 035 302486
email: info@seriateperlaricerca.it
Web: www.seriateperlaricerca.it  




Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo 

Intesa Sanpaolo da sempre interpreta il tradizionale ruolo di banca del territorio coniugando l'attività tipica di intermediazione creditizia con un significativo impegno filantropico, sociale e culturale,
in modo da rafforzare, in un'ottica di complementarietà rispetto all'attività delle Fondazioni, i legami con tutti gli operatori - le diverse istituzioni pubbliche, enti non profit e piccole associazioni private - che, in ambito locale e su base volontaria, esprimono attenzione alle comunità di riferimento.

L'attività di beneficenza è rivolta al supporto di progetti o iniziative di natura solidaristica (progetti nei Paesi in via di sviluppo, opere missionarie, iniziative caritatevoli e di particolare valore umanitario e religioso), sociale (assistenza e ricerca sanitaria; formazione e qualificazione professionale, contributi allo studio per persone svantaggiate; sostegno ai soggetti fragili, in condizioni di disagio e/o d'emarginazione), culturale (tramite il supporto a progetti con specifico contenuto educativo) e religioso.

La gratuità totale è il fattore discriminante dell’intervento della Banca in quest’ambito: i progetti sono sostenuti senza ricercare alcun tipo di ritorno, sia di immagine sia a livello di rapporto commerciale con la clientela. Per maggiori Informazioni visita il sito: www.group.intesasanpaolo.com




Fondazione della Comunità Bresciana - ONLUS

Via Gramsci, 17 – 25122 Brescia
Codice Fiscale 98101130171
Telefono 030.46046
Fax 030.40467
info@fondazionebresciana.org

Con la costituzione della Fondazione della Comunità Bresciana, avvenuta il 21 dicembre del 2001, Fondazione Cariplo ha inteso favorire lo sviluppo sul territorio di un soggetto autonomo destinato a promuovere la filantropia e la cultura della donazione, attivando la raccolta delle risorse disponibili nella comunità locale e provvedendo alla loro destinazione a finalità di solidarietà sociale.
Come noto le Fondazioni di Comunità sono considerate uno degli strumenti più moderni della filantropia.
Esse infatti permettono di dare concretezza ai principi di solidarietà e responsabilità civile di specifiche realtà territoriali. Nate negli Stati Uniti nei primi anni del 1900, queste organizzazioni si sono diffuse rapidamente e si sono evolute sino a diventare un punto di riferimento per la comunità.
Fondazione Cariplo, da sempre impegnata in progetti di solidarietà, si è ispirata al modello di “Community Foundation” americano dando vita anche in Italia alla Fondazioni di Comunità Locali, con l’obiettivo di favorire, attraverso organismi territoriali autonomi, una più efficace destinazione delle risorse.
Caratteristica peculiare della Fondazione della Comunità Bresciana è quindi la capacità di servire qualsiasi fine di utilità sociale ritenuto rilevante in una determinata comunità, sviluppando una visione globale delle necessità presenti nel territorio.
La mission della Fondazione è di convogliare le risorse disponibili nel territorio verso progetti che permettano di migliorare la qualità della vita.
Questa attività è possibile solo grazie a una profonda conoscenza della comunità che consente infatti di orientare le risorse raccolte verso la soluzione delle problematiche di maggior rilievo e di agire incisivamente.
La Fondazione della Comunità Bresciana si propone di intervenire direttamente e concretamente sul territorio di propria competenza finanziando progetti di utilità sociale in diversi settori quali l’assistenza sociale e socio-sanitaria, la tutela del patrimonio artistico ed ambientale, l’istruzione e la cultura.
Non si dona alla Fondazione, ma tramite la Fondazione che svolge un ruolo d’intermediario fra coloro che donano e quegli enti, senza finalità di lucro, che necessitano di un sostegno economico nello svolgimento della propria attività.
In tal senso, il motto della Fondazione “Aiuta la Comunità a crescere” non racchiude soltanto il significato dell’attività svolta, ma esprime anche quell’esortazione, quell’invito alla generosità che la Fondazione rivolge a tutti coloro che sul territorio bresciano hanno a cuore il tessuto sociale, l’assistenza sanitaria, l’arte, la cultura, l’ambiente, l’istruzione.
L’esistenza di un patrimonio i cui frutti sono destinati stabilmente e perpetuamente all’operatività in determinati ambiti consente di promuovere l’azione filantropica in un’ottica di lungo periodo, non limitata, quindi, alla soluzione di problemi contingenti.


La Fondazione della Comunità Bresciana Onlus eroga principalmente i suoi contributi attraverso la modalità del Bando finanziando progetti di utilità sociale, in diversi settori, nel territorio della provincia di Brescia. I principali settori di intervento sono:

  • Assistenza Sociale e Socio Sanitaria
  • Tutela e valorizzazione del patrimonio storico, artistico ed ambientale
  • Iniziative Culturali
  • Istruzione
  • Ricerca Scientifica
  • Cooperazione Bresciana allo sviluppo

Programma di Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale assegno di ricerca 2012/2013
Ente:Fondazione Giorgio Brunelli per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale E.S.C.R.I. Onlus
Strumento Erogativo: 5° Bando 2012 Ricerca Scientifica
Area: Intera Provincia
Comune: BRESCIA
Settore: Ricerca
Filone tematico: Ricerca e sviluppo sperimentale in campo medico
Finalità: Convegni, pubblicazioni, studi, mostre
Beneficiari: L'intera comunità
Contributo €: 8.000,00
Valore €: 72.000,00

 

PUBBLICIZZAZIONE
I risultati ottenuti, verranno pubblicizzati attraverso il sito della Fondazione Giorgio Brunelli www.midollospinale.com e la pubblicazione di un articolo sul periodico “Raggi di Luce”.
In tutte le forme di pubblicizzazione verrà dato risalto all’eventuale sostegno concesso dalla Fondazione della Comunità Bresciana Onlus.

 

 Dompè Logo

Dompé farmaceutici

Dompé è una delle principali aziende biofarmaceutiche in Italia, focalizzata sullo sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative per malattie rare, spesso orfane di cura. Un obiettivo che persegue promuovendo e facendosi parte attiva di un network di eccellenze in tutte le attività della filiera farmaceutica, dalla ricerca allo sviluppo, dalla produzione alla commercializzazione.

Fondata nel 1940, Dompé ha sede a Milano, dove è presente con il proprio quartier generale, a L'Aquila, con un importante polo industriale e di ricerca biotecnologica, e a Napoli, dove è attivo un segmento di Ricerca&Sviluppo. Nel 2013 Dompé ha aperto una subsidiary a New York a supporto delle attività di ricerca nel continente nordamericano.

Il Gruppo concentra il proprio impegno in aree con bisogni terapeutici ancora insoddisfatti, quali il diabete, il trapianto d'organo, l'oftalmologia e l'oncologia. Solo nel 2013, ha investito oltre il 12% del proprio fatturato in attività di Ricerca & Sviluppo. Nel 2014 saranno attivi 14 trial clinici nel mondo, condotti grazie alla collaborazione con un network internazionale di 65 istituti di ricerca di eccellenza.

Coerentemente con la sua vocazione, Dompé sostiene aziende capaci di esprimere particolare dinamicità sul fronte dell'innovazione terapeutica, in particolare le biotecnologie.

Nel 2009 entra in Philogen, società biotech italo-svizzera specializzata in prodotti biofarmaceutici per il trattamento del cancro, dell'artrite reumatoide e di alcune patologie oftalmiche, e dal 2011 ne diviene azionista di riferimento. Nel 2012 acquisisce Anabasis, un'azienda biotech italiana che sviluppa farmaci innovativi a base di rhNGF (la cui scoperta ha valso il premio Nobel alla Professoressa Rita Levi Montalcini) per il trattamento di gravi patologie oculari attualmente prive di trattamenti efficaci.Sempre nel 2012, diventa primo azionista di a AAA - Advanced Accelerator Applications - leader nel campo della medicina molecolare, focalizzata sulla Ricerca&Sviluppo e sulla produzione di radio-farmaci per l'imaging molecolare e la medicina personalizzata.

 

 

Associazione Amici della Paraplegia

Presidente: Franco Odorico
Via Carpani,1
23895 Nibionno (LC)
Tel: 031 874027
Angelo Colombo: Cell 3289860757
Fax 0362 354249
email: info@comitatoparaplegia.com
Web: www.comitatoparaplegia.com

 

La nostra fondazione non ha contributi o sovvenzioni dallo stato né di altri organismi pubblici e vive delle donazioni della "Gente". La ricerca è costosissima perciò la fondazione ha estremo e continuo bisogno di fondi. Purtroppo l'impatto psicologico delle lesioni del midollo spinale (para e tetraplegia) è nell'immaginario collettivo assai meno importante di quello di altre malattie come tumori o malattie degenerative. Ma il problema è grave ed il fardello economico per le famiglie, per il paese e la sofferenza fisica e psicologica dei pazienti e dei loro famigliari sono enormi. La frequenza di queste lesioni è in aumento. In Italia circa 2000 giovani ogni anno sono messi in carrozzella per il resto della loro vita.

 

La nostra fondazione non ha fini di lucro ed è classificata ONLUS le donazioni sono detraibili dalla denuncia dei redditi. Le Donazioni possono essere eseguite presso:

1) Bper  Ag. 8 Via S: Maria Crocifissa di Rosa, 67, 25128 Brescia C/C 42694051 ABI 5387  AB 11208 IBAN : 

IT34G0538711208000042694051

  

2) Assegno Bancario Non Trasferibile o Assegno Circolare intestato a: Fondazione Giorgio Brunelli per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale E.S.C.R.I. ONLUS


Agevolazioni Fiscali
Ricorda che le erogazioni liberali e le donazioni in memoria SONO deducibili.

DALLE PERSONE GIURIDICHE
Senza limite d'importo
(Vedi Legge 23.12.2005 n° 266 art.1 comma 353 e Decreti Presidente Consiglio dei Ministri 8.5.2007 e 25.2.2009)

DALLE PERSONE FISICHE
Nella misura massima del 10% del reddito imponibile o fino ad € 70.000 (vale il minore dei due limiti) (Vedi Decreto Legge 14.3.2005 n° 35 art. 14 e Decreti Presidente Consiglio dei Ministri 8.5.2007 e 25.2.2009)

COME OTTENERE LA DEDUCIBILITÀ
I contributi devono essere versati attraverso il sistema bancario o postale, anche utilizzando il pagamento on line con carta di credito, allegando alla propria dichiarazione dei redditi il documento idoneo attestante il versamento effettuato (es. contabile bancaria, estratto conto, vaglia postale). Non è quindi ammessa deducibilità per i contributi versati in contanti.

  IL CODICE FISCALE DELLA 'FONDAZIONE GIORGIO BRUNELLI' PER IL TUO 5X1000 E': 03472380173

L'Università di Brescia

Da dove deriva la parola Università?

Nella primaria accezione del termine, il termine Università designa un preciso modello culturale che ha le sue origini nelle chiese e nei conventi europei, dove, attorno all’XI secolo, iniziarono a tenersi lezioni, con letture e commento di testi filosofici e giuridici; varie categorie di docenti e studenti cominciarono ad organizzarsi in corporazioni o Universitates. Oggi in Italia con il termine Università (dal latino universitas, -atis) si indica “Istituzione di alta cultura" (art. 33 della Costituzione italiana) di formazione superiore, costituita da un gruppo di strutture scientifiche finalizzate alla didattica e alla ricerca. Le Università, che possono essere Enti di diritto pubblico o anche privato attribuiscono titoli accademici che si conseguono a séguito di Corsi cui si accede dopo aver terminato gli studi secondari.

Le prime Università si sono costituite nel nostro Paese già nel tardo Medioevo promosse e sostenute dalle rigogliose vitalità comunali allora esistenti. Tra le Università costituite prima del 1500 e attualmente in funzione ricordiamo: l'Università di Bologna "Alma Mater Studiorum" (anno di fondazione 1088), l'Università degli Studi di Modena (1175), l'Università degli Studi di Padova (1222), l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" (1224), l'Università degli Studi di Siena (1240). E poi a seguire nel corso dei secoli sino ad arrivare alle oltre 60 Università statali lungo tutto lo Stivale, isole incluse.

Parliamo dunque delle moderne Università italiane e del loro recente restyling dovuto alla Legge Gelmini N. 240 del 30 Dicembre 2010 e ai suoi 29 articoli con l’introduzione della normativa “in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario“.

Un po’ di storia per ricordare l’origine della Universitas Studiorum Brixiae. L'Università degli Studi di Brescia nacque il 14 Agosto 1982 con la legge 590/82, articolata nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Ingegneria, Economia e Commercio.Nel gennaio del 1983 il Presidente dell'Eulo (Consorzio Ente Universitario Lombardia Orientale) prof. Bruno Boni sottoscriveva l'atto formale di intesa con la nuova Università degli Studi di Brescia, impegnandosi ad anticipare le spese di gestione e di investimento necessarie. L'Ateneo era nell'occasione rappresentato dal prof. Attilio Gastaldi, presidente del Comitato tecnico amministrativo che reggerà l'Ateneo fino al Dicembre 1983, prima di essere sostituito dal Consiglio di amministrazione, la cui prima seduta si terrà nel febbraio 1984. Il 7 Novembre 1983 fu nominato il primo Rettore, prof. Augusto Preti, che mantenne l'incarico per 27 anni. L'opzione per la sede bresciana di alcuni docenti ordinari provenienti da Parma e da Milano aveva permesso subito l'avvio autonomo delle Facoltà di Medicina e Ingegneria. La Facoltà di Economia venne retta invece per circa due anni da un Comitato ordinatore presieduto dal prof. Innocenzo Gasparini. Nel 1996 fu istituita la Facoltà di Giurisprudenza. Il 31 Ottobre 2010 subentrò nell'incarico di Rettore il prof. Sergio Pecorelli. L' Università bresciana conta circa 14.000 iscritti, per un corpo docenti di circa 600 professori. Questi erano i dati dell'anno accademico 2011: 4 Facoltà, 24 Corsi di Laurea triennale, 4 Corsi di Laurea magistrale a ciclo unico, 15 Corsi di Laurea magistrale, 3 Master, 26 Scuole di specializzazione come sede di esame di ammissione, 23 Dottorati di ricerca con sede amministrativa, 15 Dipartimenti, 36 Centri di Studio, 125 Aule, 13.167 posti aula, 465 computer in rete disponibili per gli studenti, 568 professori di I fascia, II fascia e ricercatori, 196 iscritti ai dottorati di ricerca, 278 assegni di ricerca banditi, 532 personale tecnico amministrativo, 14.165 iscritti per l'a.a. 2010-2011, 3.244 studenti iscritti al primo anno lauree triennali e a ciclo unico per l'a.a. 2010-11, 500 studenti iscritti al primo anno lauree magistrali per l'a.a. 2010-11.

Come la riforma Gelmini ha cambiato questa realtà? L'Università italiana prevede, secondo la riforma Gelmini, che la denominazione “Facoltà” sia eliminata e sostituita dalla denominazione “Dipartimenti”. Ecco dunque che, per migliorare l'esigenza e l'offerta formativa, anche all’ Ateneo di Brescia sono stati creati i nuovi Dipartimenti in cui l'Università sfrangia le competenze. Di conseguenza le nuove strutture gestiranno d’ora in avanti l’attività sia di Didattica (finora in capo alle Facoltà) sia di Ricerca (in passato gestita dai vecchi Dipartimenti). In termini numerici si è passati quindi dalle attuali quattro facoltà (Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Medicina) a otto dipartimenti. Cercando di collegare le nuove strutture alle precedenti Facoltà, possiamo dire che da Economia è nato il dipartimento di «Economia e Management», da Giurisprudenza ha preso forma il dipartimento di «Giurisprudenza», da Ingegneria sono scaturiti i tre dipartimenti di «Ingegneria meccanica e industriale», di «Ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente e matematica», e di «Ingegneria dell'informazione». Infine, gli ultimi tre dipartimenti sorti dalla vecchia facoltà di Medicina sono stati: «Specialità medico-chirurgiche, scienze radiologiche e sanità pubblica», «Medicina molecolare e traslazionale» e «Scienze cliniche e sperimentali».

«Ci troviamo di fronte a una revisione completa ”afferma il Magnifico Rettore prof. Sergio Pecorelli“ che mantiene solo di nome i vari organi e i vari collegi. Avremo un turnover secondo canoni moderni che garantirà una maggiore dinamicità. Inoltre ci sarà una divisione netta dei compiti tra Senato accademico, che si occuperà di scelte strategiche, e Cda, al quale è stato dato un taglio prettamente amministrativo. Non solo: nel Cda potranno sedere fino a tre membri esterni scelti tra i professionisti in elenchi appositi. Anche questo è un punto fondamentale: pensiamo ad esempio ai buchi che negli anni passati si sono creati in vari Atenei italiani. In fondo, l'Università è come un'Azienda, sia pure molto particolare dal punto di vista dei contenuti». E le proteste degli studenti?Sempre secondo il prof. Pecorelli le proteste degli studenti sembrano scaturire più dalla preoccupazione per il proprio futuro che non dalla contrarietà alla legge. “Avremo un'Università aperta“ sostiene Pecorelli “che offrirà l'opportunità a coloro che la frequentano di avanzare nei propri studi in base al merito. Un' Università che consentirà di entrare meglio nel mondo del lavoro». Di fatto, un complesso di trasformazioni così imponente suggerisce una serie di riflessioni sul ruolo innovativo dell’Università nella società contemporanea e futura.

La Fondazione Giorgio Brunelli per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale E.S.C.R.I ONLUS lavora da tempo in stretto contatto con l’Università degli Studi di Brescia e dall’anno 2012-2013 ha raggiunto un nuovo accordo di collaborazione con il Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali e con il Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale.  

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Lunedì 24 febbraio 2014 si inaugura al Teatro Grande il 32° Anno Accademico dell'Università degli Studi di Brescia L'Università degli Studi di Brescia: Università Tematica sulla salute, sul benessere delle persone e sull'ambiente per il rilancio della cultura, della scienza, della ricerca e dell'economia

 

Il Rettore Sergio Pecorelli: "La libertà accademica oggi non può che significare responsabilità e noi vogliamo essere interlocutori della Società al servizio del progresso del territorio, dell'Italia e del mondo". La prolusione del pediatra Alberto G. Ugazio sul futuro del bambino in una società che invecchia e un videomessaggio del Ministro on. Beatrice Lorenzin.

 

Brescia, 24 febbraio 2014

 

– Anche quest'anno l'Università degli Studi di Brescia sceglie il Teatro Grandeper inaugurare l'anno accademico e dichiara dal palco del Massimo cittadino il suo progetto di rinnovamento, nel segno del recupero della centralità dell'Università come propulsore etico e innovativo per il progresso del territorio e del Paese. Il Magnifico Rettore prof. Sergio Pecorelli parla di responsabilità della libertà accademica e descrive il panorama della ricerca in un Ateneo vivace, giovane, entusiasta e capace di attrarre importanti risorse nazionali ed internazionali. "Questi dati – commenta nella sua relazione Pecorelli - confermano che l'Università può rivestire un ruolo fondamentale anche nella produzione di ricchezza. Manca però il riconoscimento del ruolo strategico del sistema universitario nell'agenda di sviluppo del nostro Paese – prosegue il Rettore, ribadendo i concetti esplicitati dal Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Stefano Paleari. La CRUI ha già inviato le sue proposte al nuovo Ministro del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini e si attendono risposte precise ed operative dal governo Renzi. Pecorelli rilancia inoltre il bisogno della nostra società per la ricerca scientifica, citando uno scritto del 1957 di Luigi Einaudi nel quale l'accademia viene esortata a diffonderne la centralità presso la pubblica opinione affinché quest'ultima sia da impulso per rivendicare maggiori stanziamenti in una visione di lungo periodo. E nel rinnovare il pensiero dello statista aggiunge anche un dato qualitativo relativo alla ricerca italiana: "sebbene la quota di PIL investita nella ricerca in Italia sia molto bassa e il numero assoluto di ricercatori sia sconfortante rispetto a competitori europei quali Francia, Germania e Gran Bretagna, la produzione di articoli scientifici ed il loro valore, rappresentato dal numero di citazioni per numero di ricercatori, ci pone al primo posto seguiti da vicino dalla Gran Bretagna e con un valore doppio rispetto a USA, Francia e Germania. Forse – si spinge a concludere il Rettore – non vi è consapevolezza, nel nostro Paese, del Prodotto Interno Lordo prodotto dal sistema universitario; non è tenuto nella dovuta considerazione il ruolo strategico che le Università hanno rispetto al progresso del territorio e delle comunità".

 

L'Università degli Studi di Brescia vuole al contrario ristabilire la propria centralità rispetto al progresso della Cultura e della Società per massimizzare le ricadute delle sue attività sul territorio e vuole iniziare rimettendo la persona al centro dei processi di sviluppo attraverso il programma Health&Wealth@UniBS, per valorizzare i risultati della ricerca e della nuova conoscenza rispetto adalcune delle grandi sfide del XXI secolo: la longevità, l'ambiente, gli stili di vita e le tecnologie per la salute. "Non si tratta solo di un passaggio da università generalista a università tematica – dice il Rettore – piuttosto di un riposizionamento dell'Ateneo rispetto all'economia, alla tecnologia e alla politica, per ricoprire un ruolo di garanzia affinché queste ultime ritornino ad essere al servizio della persona e del suo benessere – e aggiunge -per l'Università degli Studi di Brescia Health significa Salute e Wealthsignifica Benessere, ma anche Ricchezza".

 

La prolusione del prof. Alberto G. Ugazio, attualmente Direttore del Dipartimento di Medicina dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e sino al 2000 Direttore della Clinica Pediatrica e della Scuola di specializzazione in Pediatria dell'Università degli Studi di Brescia affronta la questione della grande rilevanza della salute del bambino, soprattutto nei primi due anni di vita per le ricadute che ha sul proseguo del percorso della vita, in una società che invecchia ed ha bisogno di giungere alla vecchiaia in buone condizioni sia fisiche che psichiche. Non è un infine un caso che a presentare la cerimonia sia stata chiamata Margherita Granbassi, tre volte campionessa mondiale di fioretto ed olimpionica a Pechino 2008: una donna sportiva, simbolo dei corretti stili di vita e di una gioventù sana e carica di ottimismo.

 

La Statale è stata fondata nel 1982 e offre oggi 24 corsi di Laurea triennale, 4 a ciclo unico e 16 corsi magistrali, divisi in 4 macroaree e 8 dipartimenti. Gli studenti dispongono inoltre di 26 scuole di specializzazione come sede di esame di ammissione e 6 dottorati di ricerca. Secondo gli ultimi dati disponibili, l'Ateneo bresciano conta per l'anno accademico 2013-2014 oltre 15 mila studenti iscritti. Il Magnifico Rettore ha evidenziato "l'impegno dell'Ateneo a non incidere ulteriormente sulla situazione economica delle famiglie, già duramente messa alla prova della crisi, mantenendo inalterata la contribuzione studentesca e ad assicurare anche con nostre risorse, per quest'anno accademico, il 100% di copertura degli aventi diritto alle borse di studio, condizione indispensabile per l'accesso alla formazione superiore di soggetti meritevoli ma in condizioni economiche disagiate".

 

"L'Università degli Studi di Brescia intende essere un'Università proattiva che contribuisca allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio per favorire l'aumento del benessere e della ricchezza della comunità, un nodo internazionale verso il quale convergano studenti, ricercatori, scienziati, decisori e imprenditori, tutti coloro che a vario titolo si occupano di salute e ambiente, di sviluppo ecosostenibile - conclude il prof. Pecorelli". E prosegue lanciando un appello a tutte le istituzioni, pubbliche e private, affinché "ci accompagnino in questo nuovo percorso per rendere concreto un obiettivo tanto semplice quanto importante: lo sviluppo moderno, innovativo e sostenibile del territorio, che potrà tornare a rappresentare un esempio di eccellenza nel Paese".

 

 

 

 

Al momento non vi sono Bandi disponibili

1)   Modello sperimentale in vivo: protocollo chirurgico.

Tale progetto prevede l’utilizzo di ratti con lesione del midollo spinale e tecniche chirurgiche di connessione della zona sovralesionale con i nervi periferici e con le radici motorie della cauda equina. Negli animali saranno esaminate le modificazioni inerenti la motricità, la sensibilità, la plasticità cerebrale valutando la rigenerazione degli assoni dei motoneuroni dell’area sottolesionale; la sensibilità dei neuroni sensitivi dell’area sottolesionale; le fibre nervose visceroeffettrici dell’area sottolesionale e quindi mettendo a punto un protocollo chirurgico standardizzato da attuare fin dal primo intervento di stabilizzazione, nei soggetti con trauma della colonna e del midollo spinale al fine di individuare una valida opzione terapeutica.

 

2)   Modello sperimentale in vivo: protocollo biologico.

Tale progetto prevede l’utilizzo di ratti con lesione del midollo spinale e inserimento di uno scaffold con cellule staminali e fattori neurotrofici. Anche in questi animali saranno esaminate le modificazioni inerenti la motricità, la sensibilità, la plasticità cerebrale valutando la rigenerazione degli assoni dei motoneuroni dell’area sottolesionale; la sensibilità dei neuroni sensitivi dell’area sottolesionale e le fibre nervose visceroeffettrici dell’area sottolesionale.

 

3)   Modello sperimentale ex vivo: Colture organotipiche di midollo spinale.

Con l’obiettivo di trovare nuove risposte terapeutiche al trauma spinale, la presente ricerca si propone di studiare la rigenerazione nervosa e funzionale del midollo spinale, in modelli sperimentali ex vivo di colture organotipiche di midollo di ratto (P0, P2, P4), tramite l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali, scaffold fibrinici e fattori neurotrofici. Si andrà quindi a visualizzare nei seguenti preparati costituiti da sezioni di tessuto: [(a) singola slice di midollo spinale, (b) cocultura di due slices di midollo spinale, (c) cocultura di due slices rispettivamente di corteccia e midollo, (d) tratto cortico-spinale in vitro – corteccia, ponte, midollo], le modificazioni inerenti lo sprouting assonico valutando se il trattamento con cellule staminali mesenchimali in uno scaffold ricco di fattori di crescita può, modificando il microambiente, andare a migliorare la rigenerazione.

 

Chirurgia

La Fondazione in passato perseguiva le seguenti linee di ricerca:

1) Connessione del midollo spinale sovrastante la lesione con i nervi dei muscoli principali dell’arto inferiore.
2) Trasferimento dei due nervi ulnari dagli arti superiori ai tre muscoli principali dell’arto inferiore.
3) Impianto di elettrodi su muscoli e nervi (stimolazione elettrica funzionale)

Oggi, con il progredire delle conoscenze, la ricerca si basa sulla connessione degli assoni del midollo sovrastante la lesione (tratto corticospinale) con i muscoli o con i nervi dei muscoli degli arti inferiori, senza l'intermediario dei neuroni motori del midollo spinale (quelli che risiedono nel midollo spinale sottostante la lesione).
Lo scopo è di capire come sia possibile il movimento ottenuto con l’eccitazione del muscolo attraverso il neurotrasmettitore dei neuroni cerebrali che è il glutammato, invece che con l’acetilcolina, che è il neurotrasmettitore dei neuroni midollari. Un altro scopo è quello di scoprire come il comando inviato dai lobi frontali stimoli quei neuroni corticali che sono collegati (per mezzo dell’intervento sperimentale) con i muscoli che devono eseguire i movimenti voluti e che prima dell’intervento avevano altri collegamenti ed altre funzioni.

Condizioni essenziali per questi interventi (criteri d’inclusione nel programma operatorio) sono:

1      Che la paralisi sia SPASTICA affinchè i muscoli siano trofici.
2      La presenza di muscoli addominali e paravertebrali validi (la lesione non deve essere più alta di T-9), per consentire il controllo dei movimenti del tronco.
3      Che si tratti di pazienti giovani, magri, dotati di grande volontà e determinazione perché la rieducazione sarà lunga e faticosa.

La paraplegia è una condizione molto frequente. In Italia abbiamo circa 2.000 nuovi casi ogni anno e una popolazione di paraplegici di circa 80.000 i quali sono condannati all’ergastolo della sedia a rotelle.
Finora non esiste nessuna possibilità di far camminare un paraplegico affetto da lesione COMPLETA del midollo spinale.
La chirurgia si limita a stabilizzare la colonna ossea. Dal 1980 il prof. Brunelli si dedica alla ricerca per guarire le lesioni del midollo spinale prima nei ratti e poi nelle scimmie. Da principio usò innesti messi tra il midollo sovrastante e quello sottostante la lesione. Gli innesti vennero riabitati dagli assoni provenienti dalle cellule nervose della corteccia cerebrale i quali però si arrestarono all’uscita dagli innesti stessi quando incontrarono di nuovo il midollo spinale (Sistema Nervoso Centrale).

Questo è dovuto alla NON PERMISSIVITA’ del Sistema Nervoso Centrale, di cui il midollo è parte, per l’avanzamento in esso degli assoni che vengono rigenerati dalle cellule cerebrali. La ragione di questa “non permissività” non è conosciuta, si prospettano varie teorie ma nessuna accertata finora.
Per superare questa impossibilità il prof. Brunelli dal 1982 esegue sperimentalmente la connessione del midollo soprastante la lesione (nel quale esistono assoni normali) con i nervi periferici per i muscoli per mezzo di innesti nervosi che sono “permissivi” per l’avanzamento degli assoni, in quanto contengono le cellule di Schwann. Questa ricerca è stata fatta con schemi operatori variati negli anni prima sui ratti e poi sulle scimmie. Questa connessione ha consentito di reinnervare i muscoli che hanno mostrato un trofismo normale e buone risposte elettromiografiche alla stimolazione elettrica nonché un aspetto istologico pressoché normale degli innesti e la presenza nei muscoli di placche motrici neoformate testimonianti il recupero della funzione. Questa ricerca ha dimostrato che la cellula nervosa centrale è capace di produrre sostanze proteiche sufficienti a ricostruire anche gli assoni delle cellule nervose periferiche (il loro citoscheletro) arrivando fino ai muscoli e ristabilendo connessioni funzionali. Inoltre, come già detto, l’eccitazione del muscolo avviene per mezzo di un trasmettitore diverso dal normale: Glutammato invece che Acetilcolina.

E’ questa una scoperta scientifica molto importante, mai dimostrata prima e nemmeno ipotizzata.
Questo risultato, dimostrato per la prima volta dalle ricerche di Brunelli, ha consentito di ottenere il permesso dal Comitato Etico del S.S.N. dopo lunga ed esauriente discussione e di eseguire lo stesso intervento su esseri umani. Un altro tipo di intervento (che è stato ideato quando ancora il Comitato Etico non aveva dato il consenso per eseguire il primo tipo di operazione ) è il transfer dei due nervi ulnari dagli arti superiori ai tre muscoli principali dell’anca: grande gluteo, medio gluteo e quadricipite. I nervi ulnari vengono presi dagli arti superiori lasciandoli attaccati alla loro origine del plesso brachiale e perciò senza interromperne la continuità e quindi trasferiti sottocute ai nervi propri dei muscoli dell’anca.

Essi subiscono parzialmente  la degenerazione Walleriana a causa della temporanea devascolarizzazione. La rigenerazione avviene alla velocità di 1mm al giorno per cui i muscoli reinnervati cominciano a ricevere gli impulsi dopo circa 12-18 mesi. La connessione viene eseguita dalle tre branche motrici principali dell’ulnare ai tre muscoli dell’anca suddetti. All’inizio il paziente deve pensare di muovere la mano per ottenere i movimenti dell’arto inferiore. Successivamente il cervello impara a muovere l’arto pensando ai suoi movimenti.
Il cammino così ottenuto è limitato a 50 - 60 passi ed è rudimentale e abbastanza faticoso, tuttavia rende autonomo il paraplegico che può alzarsi e camminare con l’aiuto di un deambulatore, raggiungere la sua autovettura e guidarla. Dopo qualche tempo il paziente riacquista la propriocezione, cioè sente i movimenti che compie e naturalmente può variarli a piacimento con il comando del cervello (a differenza del comando del computer nella stimolazione elettrica funzionale che può essere acceso o spento ma non modificato).

Un altro intervento consiste nell’impianto di elettrodi su alcuni muscoli o su alcuni tronchi nervosi degli arti inferiori. Si tratta di una stimolazione elettrica funzionale. Al congresso mondiale di Innsbruck la stimolazione elettrica funzionale esterna è stata definita unanimemente inutile per la difficoltà del posizionamento degli elettrodi esterni da eseguire ogni volta e la necessità di usare sempre un deambulatore e di trascinarsi appresso un carrello con le batterie ed il computer contenente il programma. La stimolazione interna con gli elettrodi impiantati, invece richiede soltanto un computer e una batteria che devono seguire il paziente su un carrello. Gli impulsi provenienti dal computer e la corrente elettrica vengono trasmessi agli elettrodi per mezzo di un’antenna posta sulla cute dell’addome in corrispondenza del punto dove è stata impiantata la centralina ricevente del sistema di stimolazione interna che, a sua volta, manda gli stimoli in sequenza preordinati, agli elettrodi. Questo intervento però è stato in seguito sospeso per l’enorme costo dell’apparato e per la mancanza di ritorno economico per le ditte produttrici che si sono ritirate dal progetto.

Oggi si stanno facendo strada apparecchi elettronici di B.C.I., Brain-computer interfaces che derivano direttamente dal cervello gli impulsi volontari per dati movimenti con elettrodi di superficie od impiantati nei muscoli. La Fondazione si interessa e studia tutti questi metodi ed è particolarmente coinvolta nella ricerca della plasticità cerebrale per mezzo della stimolazione da parte della volontà proveniente dai lobi frontali di innumerevoli singoli neuroni sparsi nella corteccia cerebrale col risultato di movimenti volontari selettivi non disturbati da cocontrazioni. Questa plasticità è completamente diversa da quella già ben conosciuta da oltre un secolo dovuta a cambiamento di funzione di aree corticali conseguente a transfers di unità muscolo tendinee (eseguite per palliare paralisi parziali).

La plasticità cerebrale da eccitazione di multipli singoli neuroni sparsi in aree cerebrali diverse, anche aventi prima dell’intervento funzioni differenti e persino opposte presuppone un meccanismo di feedback (ancora non ben conosciuto) che renda riconoscibile al comando volontario quei neurotubi del tratto corticospinale corrispondenti al movimento voluto.

 

Biologia

La ricerca nel campo delle lesioni spinali, supportata dall’uso di diversi modelli sperimentali, rappresenta una scelta “indispensabile” per migliorare la conoscenza dei processi rigenerativi e riparativi del Sistema Nervoso Centrale e consentire lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative di tipo chirurgico, cellulare e farmacologico. A oggi infatti, gli interventi chirurgici permettono solo di immobilizzare la colonna vertebrale, ma non conducono ad alcun miglioramento delle paralisi in quanto non è possibile una efficace rigenerazione del midollo spinale. Perché il midollo spinale non rigenera? Quali sono i fattori che ostacolano una corretta e funzionale rigenerazione? Numerosi e complessi meccanismi molecolari e cellulari contribuiscono al fallimento della rigenerazione assonale dopo il danno: le proteine associate alla mielina (fra tutte la presenza di NOGO), la deposizione di matrice extracellulare con effetto inibitorio nei siti di lesione, la mancanza o l’estrema scarsità di stimoli ambientali positivi come quelli forniti dai fattori di crescita. Sulla base delle considerazioni fatte sopra, seppure il modello animale rappresenti una tappa obbligata per studiare la rigenerazione del midollo spinale, la comprensione dettagliata dei suoi aspetti biologici e le problematiche legate all’utilizzo di modelli ‘in vivo’ hanno condotto gli scienziati ad escogitare metodi alternativi. Le colture organotipiche di midollo possono essere un valido strumento per lo studio della rigenerazione assonale nel danno spinale, rappresentando un compromesso utile fra lo studio in vitro come quello delle colture cellulari e lo studio in vivo con il modello animale. Questa tipologia di coltura ex vivo infatti, permette il controllo dell’ambiente extracellulare e un facile e ripetuto accesso mantenendo pressoché intatta la morfologia e le connessioni sinaptiche locali in vitro. La Fondazione ‘’Giorgio Brunelli per la ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale E.S.C.R.I. ONLUS’’, anche a seguito alle difficoltà burocratiche per l’utilizzo di modelli sperimentali animali, ha deciso di intra- prendere anche questo percorso di studio. Lo sta facendo utilizzando tre elementi: preparati piastrinici, cellule staminali mesenchimali e fattori di crescita nervosi; il tutto per creare un microambiente favorente e permissivo alla rigenerazione assonale che possa contrastare i fattori che la ostacolano. I concentrati piastrinici, detti anche “gel piastrinici”, rappresentano un’interessante ed innovativa metodologia utilizzata nell’ambito della rigenerazione tissutale. Tali preparati basano la propria potenzialità rigenerativa sul ricco contenuto in fattori di crescita che sono necessari per l’induzione della proliferazione cellulare, il rimodellamento della matrice extracellulare e i processi di neovascolarizzazione che si attuano durante le diverse fasi della rigenerazione di diversi tessuti. Le cellule staminali rappresentano un’enorme promessa per introdurre nuovi neuroni o cellule gliali nel Sistema Nervoso danneggiato. Esse sono infatti una grande risorsa per la ricerca e per una potenziale terapia a causa della loro multipotenzialità, del fatto che possono esser propagate in vitro, legate con markers genetici o geni terapeutici e impiantate nel Sistema Nervoso. Infine i fattori neurotrofici quali il Nerve Growth Factor (NGF), il Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF) e la Neurotrophin-3 (NT-3) giocano un ruolo imprescindibile. Questi tre elementi, combinati tra loro, sono utilizzati in colture e coculture organotipiche di midollo spinale e corteccia encefalica di ratto [(a) singola slice di midollo spinale, (b) cocultura di due slices di midollo spinale, (c) cocultura di due slices rispettivamente di corteccia e midollo, (d) tratto cortico-spinale in vitro – corteccia, ponte, midollo]. Questa è la nuova strada della ricerca della Fondazione.

Il midollo spinale è parte del Sistema Nervoso Centrale che si prolunga all'interno del canale vertebrale. Nel midollo spinale corrono milioni di fibre nervose che trasmettono alle cellule nervose motrici periferiche (quelle che determinano i movimenti volontari) i comandi provenienti dalla corteccia del cervello nonché tutti i numerosi controlli del tono muscolare e delle correlazioni con muscoli agonisti, semi-agonisti e antagonisti.

Questi controlli provengono da numerose formazioni sottocorticali. Nel midollo passano anche tutte le fibre che portano al cervello le informazioni raccolte alla periferia dagli organi di senso.

Quando il midollo è interrotto, i comandi dal cervello e le informazioni per il cervello sono aboliti. Le cellule nervose periferiche, le quali sopravvivono, non ricevono più i comandi dal cervello né i controlli del tono con impossibilità dei movimenti volontari, comparsa di spasmo e cloni. Anche la conduzione delle sensazioni è abolita con insensibilità al di sotto del livello della lesione.

In aggiunta all’impossibilità di controllare una parte del corpo, ci sono alcune perturbazioni molto gravi della vescica e del retto che creano un grave disagio nella vita quotidiana e rendono infelice una persona paralizzata.

Una certa attività sessuale rimane possibile ma, la mancanza di sensibilità crea una nuova particolare vita sessuale che richiede un penoso ed intricato adattamento reciproco. Fortunatamente la gravidanza è possibile come anche l’emissione di sperma così da permettere ai giovani paraplegici e tetraplegici di pensare di poter avere dei figli.

Vari esperimenti hanno dimostrato che le cellule del sistema nervoso centrale sono capaci di rigenerare i loro filamenti nervosi i quali però non riescono a progredire oltre la lesione.

Le fibre dei nervi periferici, invece, rigenerano aiutate dalle cellule di Schwann che le avvolgono con delle guaine isolanti e di supporto. Le fibre nervose centrali non hanno cellule di Schwann.

Le lesioni del midollo spinale sono state considerate incurabili per secoli. Era un dogma che si insegnava agli studenti di medicina fin dall’università e che si insegna tuttora.

Tuttavia, nei secoli, vari dogmi si sono dimostrati falsi. L’incurabilità non dipende dal midollo ma dalla nostra ignoranza della fisiopatologia del midollo. La paraplegia da lesione del midollo spinale è conosciuta fin dagli antichi egizi. (Fig.1 e 2).

I primi esperimenti sulle scimmie furono eseguiti a Roma da Galeno nel 2° secolo D.C. ma dovettero passare altri 18 secoli prima che la ricerca riprendesse. Il midollo spinale, dopo la sua sezione, non permette agli assoni (prolungamenti delle cellule motrici cerebrali) di discendere verso le cellule motrici del midollo e di attivarle. Le ragioni di questa “non-permissività” non sono chiare: mancanza di cellule di Schwann nel sistema nervoso centrale? Presenza di molecole inibitrici? Invasione di astrociti? Recentemente le molecole inibitrici sono state sdemonizzate ed interpretate come molecole guida, e sembra (Raismann) che la non permissività dipenda dalla proliferazione reattiva degli astrociti che occludono i canali lungo i quali gli assoni dovrebbero procedere. La nostra ricerca è cominciata nel 1979 resecando un tratto di midollo spinale nei ratti e sostituendolo con segmenti di nervo periferico. (I nervi periferici, che contengono le cellule di Schwann, dopo la sutura guariscono).

Gli innesti venivano “riabitati” dagli assoni delle cellule cerebrali ma la progressione degli assoni si arrestava non appena giungevano in contatto nuovamente col midollo (non-permissivo).

Per superare questa “non permissività” fin dal 1981 furono usati modelli chirurgici che non mirassero più a connettere i due monconi del midollo ma che unissero le fibre nervose vitali (assoni), presenti nel midollo al di sopra della lesione, con i muscoli, “saltando” la cellula motrice midollare.

Si ottenne l’allungamento dell’assone cerebrale fino al muscolo (la cellula cerebrale costruì il citoscheletro di un assone lungo più del doppio del suo assone primitivo).

Dopo le ricerche sui ratti, un primo gruppo di primati fu operato in Svezia perché allora non si aveva il permesso di operare le scimmie in Italia. In seguito altri 3 gruppi furono operati nei laboratori in Italia e, potendoli seguire meglio, si ottennero anche risultati migliori.

La stimolazione magnetica del cervello (esterna e diretta dopo craniotomia) dimostrò buona risposta muscolare. L’elettromiografia dimostrò altrettanto buone risposte muscolari con latenze diverse a seconda che lo stimolo elettrico fosse stato portato sull’innesto o sul midollo a monte della lesione.

L’analisi morfometrica degli innesti dimostrò buona densità di assoni, buona area di sezione e buona mielinizzazione.

In attesa del permesso del Comitato Etico per trasferire all’uomo questo intervento si eseguirono dei trasferimenti di nervo ulnare dalle braccia alle gambe di alcuni paraplegici (i transfers nervosi sono in uso da anni in altri distretti e non richiedevano il consenso del Comitato Etico ma solo il consenso informato del paziente).

All’inizio il paziente per muovere le gambe doveva pensare di comandare un movimento della mano, poi la plasticità del cervello riuscì a comandare le gambe pensando alle gambe. Dopo mesi di rieducazione il paziente fu in grado di camminare con un carrello deambulatore per 50 – 70 passi alla volta.

Dopo aver ottenuto il permesso del Comitato Etico del SSN sono stati eseguiti 3 interventi di connessione del sistema nervoso centrale con i muscoli (il primo nel 2000). Nel 2004 la prima paziente camminava e non più col carrello ma con i tetrapodi. Il 2° paziente è in fase di avanzata reinnervazione, il 3° paziente è troppo recente. Come già detto in tutti gli animali i muscoli sono innervati dal motoneurone spinale il quale è eccitato dal motoneurone cerebrale. Con la ricerca eseguita, invece il muscolo è innervato dal motoneurone centrale mentre il motoneurone periferico è escluso.

Inoltre i muscoli ricevono assoni da cellule corticali sparse in aree diverse.

Ciò nonostante l’animale o il paziente esegue selettivamente il movimento voluto senza co-contrazioni.

La ricerca è continuata per scoprire se il motoneurone centrale che cambia il trasmettitore (da glutammato ad acetilcolina) o se è il muscolo che cambia i ricettori (da colinergico a glutammatergico).

Il risultato della ricerca è stato pubblicato nel giugno 2005 dalla prestigiosa rivista della Accademia Nazionale delle Scienze Americana: P.N.A.S., 2005, 102, 24,8752- 8757. L’aspetto straordinario del nostro risultato è duplice. Mentre in natura i muscoli di tutti gli animali si contraggono per lo stimolo che proviene dalle cellule motrici del midollo spinale, le quali per stimolare il muscolo liberano un trasmettitore chiamato acetilcolina, con la ricerca eseguita dal gruppo di studio che costituirà anche l’E.S.C.R.I., i muscoli si contraggono per uno stimolo che viene direttamente dalle cellule motrici del cervello che invece utilizzano un trasmettitore diverso: il glutammato.

La ricerca ha accertato questo cambiamento miracoloso e quasi incredibile con metodi elettromiografici, farmacologici, istologici ed istochimici.

Al momento, a causa delle restrizioni agli esperimenti sugli animali, decisi dalle autorità italiane, nessun intervento chirurgico sperimentale può essere eseguito su modelli sperimentali animale. Ora quindi, stiamo eseguendo esperimenti per mezzo di colture organotipiche del midollo anche con cellule staminali e fattori di crescita nervosa. Questa ricerca viene effettuata con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali della Scuola di Medicina dell'Università di Brescia, in particolare con il Dott. Marco Cocchi, dottorando di ricerca presso la Sezione di Anatomia e Fisiopatologia ed il Prof. L.F. Rodella MD MSc, Professore Associato nella medesima unità.

Ma la ricerca su modelli sperimentali animali è in corso (per mezzo del protocollo originale) in 3 istituti di ricerca stranieri in Spagna, Germania e India, paesi con i quali la nostra Fondazione ha raggiunto un accordo. I loro risultati saranno utili a convalidare quelli che abbiamo ottenuto in precedenza.

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