Storia

La Fondazione Giorgio Brunelli per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale trae origine nel 1980 dai primi interventi sperimentali eseguiti dal Prof. G. Brunelli (allora direttore della cattedra di Ortopedia e Traumatologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Brescia) e dalla sua equipe.

Al tempo, le conoscenze dell’anatomia e della fisiologia del midollo spinale erano estremamente povere e limitate ai ricercatori di base.

 Il Prof. Brunelli, che all’inizio degli anni 70 era stato tra i primi al mondo ad intervenire con successo sulle lesioni dei nervi periferici degli arti superiori ed inferiori, decise di indirizzare la sua ricerca alla riparazione del midollo spinale, la cui lesione è causa di para e tetraplegia.

 A tale scopo nel 1990 si costituì la "Associazione per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale" che con il Gruppo Italiano di Studio sulla Paraplegia diede inizio alla ricerca in collaborazione con ricercatori degli Istituti di Fisiologia, Neurofisiopatologia, Farmacologia, Biotecnologie, Istologia Patologica e Patologia Generale dell'Università degli Studi di Brescia.

Nell’anno 1994-1995 il Prof. Giorgio Brunelli con il suo gruppo di ricerca si recò presso l’Istituto di primatologia di Solna, a Stoccolma, Svezia, per trasferire su primati non umani macaca fascicularis, il protocollo di ricerca da lui messo a punto, utilizzando innesti nervosi che, scavalcando la zona di lesione midollare, venivano connessi direttamente con i nervi motori dei muscoli degli arti inferiori.

Questi esperimenti sino ad allora eseguiti sui ratti, avevano dimostrato che i motoneuroni del S.N.C. erano in grado di percorrere i nervi periferici fino a raggiungere i muscoli e, saltando la cellula motrice midollare, di comunicare con i muscoli stessi.

 I risultati ottenuti sui primati, confermarono quelli riscontrati sui ratti e non lasciarono più dubbi: la stimolazione magnetica del cervello dimostrò la continuità dell’innervazione delle fibre midollari fino al muscolo connesso all’innesto; l’esame elettromiografico e le analisi istochimiche e morfologiche evidenziarono buone risposte muscolari.

 Nel 1998 l'Associazione si trasformò in "Fondazione" no profit ONLUS, costituita con atto notarile repertorio 84751 raccolta 12214 dal notaio Giuseppe Faraldo, notaio in Manerbio, nel collegio notarile di Brescia.

 Dopo aver ottenuto il permesso da parte del comitato etico del Servizio Sanitario Nazionale, nel Luglio del 2000 fu eseguito presso l’Ospedale di Imola, il primo intervento su una giovane donna paraplegica volontaria pienamente informata.

La paziente, affetta da sezione completa del midollo spinale a livello T8 venne operata mediante una connessione del midollo sopralesionale con i nervi periferici di muscoli dell'arto inferiore, senza il ruolo intermediario dei neuroni motori del midollo spinale (quelli che risiedono nel midollo spinale sottostante la lesione).

Dopo poco più di un anno, iniziarono a comparire le prime risposte muscolari, con movimenti volontari e contrazione selettiva dei muscoli reinnervati. Reazioni che, con il passare del tempo e con un’intensa rieducazione motoria, apparirono sempre più evidenti ed efficaci.

A tre anni dall’intervento la paziente fu in grado di deambulare con i tetrapodi in modo rudimentale ma efficiente.

Questo risultato venne presentato nel IV° International Symposium on Experimental Spinal Cord del 2002 destando ammirazione e sorpresa perché con questo intervento le fibre nervose che arrivavano ai muscoli erano quelle dei motoneuroni superiori (cerebrali) le quali usavano un neurotrasmettitore (il glutammato) completamente diverso da quello dei motoneuroni midollari, l’aceticolina, che normalmente stimola i muscoli.

La prof. Rita Levi Montalcini, premio Nobel e Presidente onoraria della Fondazione, incitò a proseguire gli studi per cercare di dimostrare come questo fosse possibile. Sotto questa spinta partì quindi una importante ricerca di base multidisciplinare che coinvolse appassionatamente e febbrilmente per 3 anni ricercatori della Fondazione e della sezione di Farmacologia, Tossicologia e Terapia Sperimentale del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologie e della sezione di Biochimica dell'Università di Brescia nonché del dipartimento di Elettrofisiologia degli Spedali Civili di Brescia.

Questa ricerca alla fine portò ad un risultato tanto clamoroso quanto inatteso, e cioè alla dimostrazione che il muscolo rispondeva al glutammato avendo cambiato l’espressione dei suoi recettori attraverso una modificazione decisamente non attesa.

 I muscoli denervati sono in grado di rispondere ad un neurotrasmettitore differente dall’acetilcolina perché (e questo è il frutto della ricerca di base) a livello della giunzione neuro-muscolare mantengono viva nella memoria qualcosa che l’evoluzione le ha fatto perdere (in alcune specie di mosche e lumache que­sto recettore glutammatergico, infatti, è ancora presente), ma che è capace di riorga­nizzarsi in caso di necessità. Il lavoro è stato pubblicato nel giugno del 2005 dalla autorevole rivista PNAS (Proceeding National Academy of Science 2005 vol. 102, n. 24, pp. 8752-8757).

Nel 2013 le strade della ricerca della Fondazione sono raddoppiate: da una parte lo studio continuo dei protocolli chirurgici e dei relativi aspetti inerenti la neurotrasmissione, dall’altra, l’analisi dei possibili approcci con cellule staminali.

Oggi però, in conseguenza delle normative sulla sperimentazione animale, estremamente restrittive in Italia, che sostanzialmente proibiscono la sperimentazione su animali viventi impedendo così ogni controllo evolutivo della guarigione dopo l’intervento, la ricerca continua a Brescia con la collaborazione anche e soprattutto dell’Istituto di Anatomia Umana diretto dal Prof. Rodella con modelli di culture organotipiche  (con l’uso anche di cellule staminali) per studiare la progressione della rigenerazione ex vivo  senza l’uso di animali  viventi.

Inoltre la Fondazione ha istituito una borsa di studio annuale (con il finanziamento della Associazione Seriate per la Ricerca presieduta dalla signora Damiana Lotito) che per l’anno in corso è stata assegnata al Dott. Marco  Cocchi.

Inoltre la Fondazione ha stretto rapporti di collaborazione con centri di ricerca stranieri (Barcellona, Mumbay, Lubecca e prossimamente Atene) dove la ricerca su animali viventi può ancora essere fatta, con i protocolli operatori in uso dalla fondazione e con altri protocolli concordati.

La ricerca continua.

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