Università di Brescia

L'Università di Brescia

Da dove deriva la parola Università?

Nella primaria accezione del termine, il termine Università designa un preciso modello culturale che ha le sue origini nelle chiese e nei conventi europei, dove, attorno all’XI secolo, iniziarono a tenersi lezioni, con letture e commento di testi filosofici e giuridici; varie categorie di docenti e studenti cominciarono ad organizzarsi in corporazioni o Universitates. Oggi in Italia con il termine Università (dal latino universitas, -atis) si indica “Istituzione di alta cultura" (art. 33 della Costituzione italiana) di formazione superiore, costituita da un gruppo di strutture scientifiche finalizzate alla didattica e alla ricerca. Le Università, che possono essere Enti di diritto pubblico o anche privato attribuiscono titoli accademici che si conseguono a séguito di Corsi cui si accede dopo aver terminato gli studi secondari.

Le prime Università si sono costituite nel nostro Paese già nel tardo Medioevo promosse e sostenute dalle rigogliose vitalità comunali allora esistenti. Tra le Università costituite prima del 1500 e attualmente in funzione ricordiamo: l'Università di Bologna "Alma Mater Studiorum" (anno di fondazione 1088), l'Università degli Studi di Modena (1175), l'Università degli Studi di Padova (1222), l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" (1224), l'Università degli Studi di Siena (1240). E poi a seguire nel corso dei secoli sino ad arrivare alle oltre 60 Università statali lungo tutto lo Stivale, isole incluse.

Parliamo dunque delle moderne Università italiane e del loro recente restyling dovuto alla Legge Gelmini N. 240 del 30 Dicembre 2010 e ai suoi 29 articoli con l’introduzione della normativa “in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario“.

Un po’ di storia per ricordare l’origine della Universitas Studiorum Brixiae. L'Università degli Studi di Brescia nacque il 14 Agosto 1982 con la legge 590/82, articolata nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Ingegneria, Economia e Commercio.Nel gennaio del 1983 il Presidente dell'Eulo (Consorzio Ente Universitario Lombardia Orientale) prof. Bruno Boni sottoscriveva l'atto formale di intesa con la nuova Università degli Studi di Brescia, impegnandosi ad anticipare le spese di gestione e di investimento necessarie. L'Ateneo era nell'occasione rappresentato dal prof. Attilio Gastaldi, presidente del Comitato tecnico amministrativo che reggerà l'Ateneo fino al Dicembre 1983, prima di essere sostituito dal Consiglio di amministrazione, la cui prima seduta si terrà nel febbraio 1984. Il 7 Novembre 1983 fu nominato il primo Rettore, prof. Augusto Preti, che mantenne l'incarico per 27 anni. L'opzione per la sede bresciana di alcuni docenti ordinari provenienti da Parma e da Milano aveva permesso subito l'avvio autonomo delle Facoltà di Medicina e Ingegneria. La Facoltà di Economia venne retta invece per circa due anni da un Comitato ordinatore presieduto dal prof. Innocenzo Gasparini. Nel 1996 fu istituita la Facoltà di Giurisprudenza. Il 31 Ottobre 2010 subentrò nell'incarico di Rettore il prof. Sergio Pecorelli. L' Università bresciana conta circa 14.000 iscritti, per un corpo docenti di circa 600 professori. Questi erano i dati dell'anno accademico 2011: 4 Facoltà, 24 Corsi di Laurea triennale, 4 Corsi di Laurea magistrale a ciclo unico, 15 Corsi di Laurea magistrale, 3 Master, 26 Scuole di specializzazione come sede di esame di ammissione, 23 Dottorati di ricerca con sede amministrativa, 15 Dipartimenti, 36 Centri di Studio, 125 Aule, 13.167 posti aula, 465 computer in rete disponibili per gli studenti, 568 professori di I fascia, II fascia e ricercatori, 196 iscritti ai dottorati di ricerca, 278 assegni di ricerca banditi, 532 personale tecnico amministrativo, 14.165 iscritti per l'a.a. 2010-2011, 3.244 studenti iscritti al primo anno lauree triennali e a ciclo unico per l'a.a. 2010-11, 500 studenti iscritti al primo anno lauree magistrali per l'a.a. 2010-11.

Come la riforma Gelmini ha cambiato questa realtà? L'Università italiana prevede, secondo la riforma Gelmini, che la denominazione “Facoltà” sia eliminata e sostituita dalla denominazione “Dipartimenti”. Ecco dunque che, per migliorare l'esigenza e l'offerta formativa, anche all’ Ateneo di Brescia sono stati creati i nuovi Dipartimenti in cui l'Università sfrangia le competenze. Di conseguenza le nuove strutture gestiranno d’ora in avanti l’attività sia di Didattica (finora in capo alle Facoltà) sia di Ricerca (in passato gestita dai vecchi Dipartimenti). In termini numerici si è passati quindi dalle attuali quattro facoltà (Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Medicina) a otto dipartimenti. Cercando di collegare le nuove strutture alle precedenti Facoltà, possiamo dire che da Economia è nato il dipartimento di «Economia e Management», da Giurisprudenza ha preso forma il dipartimento di «Giurisprudenza», da Ingegneria sono scaturiti i tre dipartimenti di «Ingegneria meccanica e industriale», di «Ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente e matematica», e di «Ingegneria dell'informazione». Infine, gli ultimi tre dipartimenti sorti dalla vecchia facoltà di Medicina sono stati: «Specialità medico-chirurgiche, scienze radiologiche e sanità pubblica», «Medicina molecolare e traslazionale» e «Scienze cliniche e sperimentali».

«Ci troviamo di fronte a una revisione completa ”afferma il Magnifico Rettore prof. Sergio Pecorelli“ che mantiene solo di nome i vari organi e i vari collegi. Avremo un turnover secondo canoni moderni che garantirà una maggiore dinamicità. Inoltre ci sarà una divisione netta dei compiti tra Senato accademico, che si occuperà di scelte strategiche, e Cda, al quale è stato dato un taglio prettamente amministrativo. Non solo: nel Cda potranno sedere fino a tre membri esterni scelti tra i professionisti in elenchi appositi. Anche questo è un punto fondamentale: pensiamo ad esempio ai buchi che negli anni passati si sono creati in vari Atenei italiani. In fondo, l'Università è come un'Azienda, sia pure molto particolare dal punto di vista dei contenuti». E le proteste degli studenti?Sempre secondo il prof. Pecorelli le proteste degli studenti sembrano scaturire più dalla preoccupazione per il proprio futuro che non dalla contrarietà alla legge. “Avremo un'Università aperta“ sostiene Pecorelli “che offrirà l'opportunità a coloro che la frequentano di avanzare nei propri studi in base al merito. Un' Università che consentirà di entrare meglio nel mondo del lavoro». Di fatto, un complesso di trasformazioni così imponente suggerisce una serie di riflessioni sul ruolo innovativo dell’Università nella società contemporanea e futura.

La Fondazione Giorgio Brunelli per la Ricerca sulle Lesioni del Midollo Spinale E.S.C.R.I ONLUS lavora da tempo in stretto contatto con l’Università degli Studi di Brescia e dall’anno 2012-2013 ha raggiunto un nuovo accordo di collaborazione con il Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali e con il Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale.  

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Lunedì 24 febbraio 2014 si inaugura al Teatro Grande il 32° Anno Accademico dell'Università degli Studi di Brescia L'Università degli Studi di Brescia: Università Tematica sulla salute, sul benessere delle persone e sull'ambiente per il rilancio della cultura, della scienza, della ricerca e dell'economia

 

Il Rettore Sergio Pecorelli: "La libertà accademica oggi non può che significare responsabilità e noi vogliamo essere interlocutori della Società al servizio del progresso del territorio, dell'Italia e del mondo". La prolusione del pediatra Alberto G. Ugazio sul futuro del bambino in una società che invecchia e un videomessaggio del Ministro on. Beatrice Lorenzin.

 

Brescia, 24 febbraio 2014

 

– Anche quest'anno l'Università degli Studi di Brescia sceglie il Teatro Grandeper inaugurare l'anno accademico e dichiara dal palco del Massimo cittadino il suo progetto di rinnovamento, nel segno del recupero della centralità dell'Università come propulsore etico e innovativo per il progresso del territorio e del Paese. Il Magnifico Rettore prof. Sergio Pecorelli parla di responsabilità della libertà accademica e descrive il panorama della ricerca in un Ateneo vivace, giovane, entusiasta e capace di attrarre importanti risorse nazionali ed internazionali. "Questi dati – commenta nella sua relazione Pecorelli - confermano che l'Università può rivestire un ruolo fondamentale anche nella produzione di ricchezza. Manca però il riconoscimento del ruolo strategico del sistema universitario nell'agenda di sviluppo del nostro Paese – prosegue il Rettore, ribadendo i concetti esplicitati dal Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Stefano Paleari. La CRUI ha già inviato le sue proposte al nuovo Ministro del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini e si attendono risposte precise ed operative dal governo Renzi. Pecorelli rilancia inoltre il bisogno della nostra società per la ricerca scientifica, citando uno scritto del 1957 di Luigi Einaudi nel quale l'accademia viene esortata a diffonderne la centralità presso la pubblica opinione affinché quest'ultima sia da impulso per rivendicare maggiori stanziamenti in una visione di lungo periodo. E nel rinnovare il pensiero dello statista aggiunge anche un dato qualitativo relativo alla ricerca italiana: "sebbene la quota di PIL investita nella ricerca in Italia sia molto bassa e il numero assoluto di ricercatori sia sconfortante rispetto a competitori europei quali Francia, Germania e Gran Bretagna, la produzione di articoli scientifici ed il loro valore, rappresentato dal numero di citazioni per numero di ricercatori, ci pone al primo posto seguiti da vicino dalla Gran Bretagna e con un valore doppio rispetto a USA, Francia e Germania. Forse – si spinge a concludere il Rettore – non vi è consapevolezza, nel nostro Paese, del Prodotto Interno Lordo prodotto dal sistema universitario; non è tenuto nella dovuta considerazione il ruolo strategico che le Università hanno rispetto al progresso del territorio e delle comunità".

 

L'Università degli Studi di Brescia vuole al contrario ristabilire la propria centralità rispetto al progresso della Cultura e della Società per massimizzare le ricadute delle sue attività sul territorio e vuole iniziare rimettendo la persona al centro dei processi di sviluppo attraverso il programma Health&Wealth@UniBS, per valorizzare i risultati della ricerca e della nuova conoscenza rispetto adalcune delle grandi sfide del XXI secolo: la longevità, l'ambiente, gli stili di vita e le tecnologie per la salute. "Non si tratta solo di un passaggio da università generalista a università tematica – dice il Rettore – piuttosto di un riposizionamento dell'Ateneo rispetto all'economia, alla tecnologia e alla politica, per ricoprire un ruolo di garanzia affinché queste ultime ritornino ad essere al servizio della persona e del suo benessere – e aggiunge -per l'Università degli Studi di Brescia Health significa Salute e Wealthsignifica Benessere, ma anche Ricchezza".

 

La prolusione del prof. Alberto G. Ugazio, attualmente Direttore del Dipartimento di Medicina dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e sino al 2000 Direttore della Clinica Pediatrica e della Scuola di specializzazione in Pediatria dell'Università degli Studi di Brescia affronta la questione della grande rilevanza della salute del bambino, soprattutto nei primi due anni di vita per le ricadute che ha sul proseguo del percorso della vita, in una società che invecchia ed ha bisogno di giungere alla vecchiaia in buone condizioni sia fisiche che psichiche. Non è un infine un caso che a presentare la cerimonia sia stata chiamata Margherita Granbassi, tre volte campionessa mondiale di fioretto ed olimpionica a Pechino 2008: una donna sportiva, simbolo dei corretti stili di vita e di una gioventù sana e carica di ottimismo.

 

La Statale è stata fondata nel 1982 e offre oggi 24 corsi di Laurea triennale, 4 a ciclo unico e 16 corsi magistrali, divisi in 4 macroaree e 8 dipartimenti. Gli studenti dispongono inoltre di 26 scuole di specializzazione come sede di esame di ammissione e 6 dottorati di ricerca. Secondo gli ultimi dati disponibili, l'Ateneo bresciano conta per l'anno accademico 2013-2014 oltre 15 mila studenti iscritti. Il Magnifico Rettore ha evidenziato "l'impegno dell'Ateneo a non incidere ulteriormente sulla situazione economica delle famiglie, già duramente messa alla prova della crisi, mantenendo inalterata la contribuzione studentesca e ad assicurare anche con nostre risorse, per quest'anno accademico, il 100% di copertura degli aventi diritto alle borse di studio, condizione indispensabile per l'accesso alla formazione superiore di soggetti meritevoli ma in condizioni economiche disagiate".

 

"L'Università degli Studi di Brescia intende essere un'Università proattiva che contribuisca allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio per favorire l'aumento del benessere e della ricchezza della comunità, un nodo internazionale verso il quale convergano studenti, ricercatori, scienziati, decisori e imprenditori, tutti coloro che a vario titolo si occupano di salute e ambiente, di sviluppo ecosostenibile - conclude il prof. Pecorelli". E prosegue lanciando un appello a tutte le istituzioni, pubbliche e private, affinché "ci accompagnino in questo nuovo percorso per rendere concreto un obiettivo tanto semplice quanto importante: lo sviluppo moderno, innovativo e sostenibile del territorio, che potrà tornare a rappresentare un esempio di eccellenza nel Paese".

 

 

 

 

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