Renato Dulbecco:
Ciao Rita.
Rita Levi Montalcini:
Ciao caro. Sono lieta di parlare almeno per telefono con te.
L.M.
Sì, perché non Vi vedete da tempo. So però che il vostro primo incontro risale a tanti anni fa.
Rita Levi Montalcini:
Autunno del 1930.
L.M.
Professoressa, non Le chiedo di dirci quanti anni aveva Lei allora, ma: quanti anni aveva il Professor Dulbecco?
Rita Levi Montalcini:
Sedici anni. E posso anche dire che io, avendo fatto altri studi, ero di 5 anni più anziana di Renato.
L.M.
Allora ci ha detto anche la Sua età, grazie. Dove vi siete incontrati?
Rita Levi Montalcini:
Ci incontrammo come matricole. Tutti e due all'Università di Torino, Facoltà di Medicina. Renato arrivava da Imperia, dove era nato, e subito mi colpì sia perché fisicamente così differente, diciamo in bene, da tutto il resto delle matricole; poi per la sua personalità molto silenziosa. Era un giovane fuori dal comune anche per l'età, aveva soltanto 16 anni, mentre gli altri ne avevano dai 18 ai 20. Poi, nei mesi successivi, si impose per la sua eccezionale capacità intellettuale. Insomma, primo di tutti sempre, fino al sesto anno. Ci siamo laureati insieme nella stessa sessione, nel 1936.
L.M.
Posso dire io il voto? 110 summa cum laude. Professoressa, mi permetta di riportarla un attimo indietro. Il Professor Dulbecco era estremamente giovane per uno studente universitario: per caso aveva i pantaloni corti?
Rita Levi Montalcini:
Sì.
L.M.
Non fu, per caso, anche questo particolare a colpirla?
Rita Levi Montalcini:
Non so. Da come l'ho descritto, era un bellissimo giovane. Imberbe, con la voce baritonale, che contrastava con la giovinezza del viso e della persona.
L.M.
Dopo la laurea, penso che le vostre carriere si siano divise. Avete poi avuto modo di incontrarvi, dopo le vicissitudini legate alla guerra?
Rita Levi Montalcini:
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'amico Renato fu mandato in Russia e, fortunatamente, è riuscito a sopravvivere. Riportò una ferita, ma tornò vivo in Italia. Io sono stata clandestina. Ho poi lavorato con gli alleati a Firenze. Ci siamo rivisti nel 1945, alla fine della guerra, quando Renato ha accettato la proposta, che gli avevo fatto, di entrare come assistente là dove anche io ero stata presa come assistente, all'Istituto di Anatomia, non perché gli piacesse l'Anatomia, ma perché gli dava modo di dedicare tempo alla Fisica; si era intanto iscritto a Fisica. Da quel periodo, 1945, ci vedevamo molto sovente. Siamo poi partiti insieme, nell'autunno 1947, sulla piccola nave polacca Sobiesky; io invitata a St. Louis e lui da Luria a Bloomington, nello Stato dell'Indiana. Negli anni successivi ci vedevamo spesso, o a Bloomington dove io andavo a trovarlo, o a St. Louis quando lui veniva da me. Direi che l'affetto c'era dall'inizio, ma l'amicizia è nata e si è consolidata in quel periodo; da quando partimmo insieme, come ho ricordato, sulla nave Sobiesky nell'autunno 1947.
L.M.
Professoressa, il prestigioso riconoscimento che raggiunse il Professor Dulbecco nel 1975 La colse di sorpresa?
Rita Levi Montalcini:
Beh, in un certo senso no. Perché tutti noi avevamo dall'inizio capito che aveva un'eccezionale intelligenza e quindi a lui un riconoscimento era dovuto; non soltanto da noi ma da tutta l'alta sfera scientifica mondiale. Quindi non mi ha colto di sorpresa: era un riconoscimento ben dovuto.
L.M.
La ringrazio, Professoressa. Vorrei che ora fosse il Professor Dulbecco fosse a dirLe qualcosa.
Prof. Dulbecco:
Beh, Rita tu sei sempre straordinaria, continui a fare cose magnifiche.
Rita Levi Montalcini:
Ti ringrazio caro.
Prof. Dulbecco:
In tutti i campi, quello è il bello. Non solo nel campo della biologia.
Rita Levi Montalcini:
Ti ringrazio. Dal lato intellettuale comunque sono sempre inferiore a te. Sono molto impegnata sul piano sociale. Renato, spero di vederti presto.
Prof. Dulbecco:
Sì anch'io. Un abbraccio per ora.
Rita Levi Montalcini:
Anche da parte mia, un abbraccio. Grazie.