ALLACCIATI ALLA VITA

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E' una strage quotidiana, quella che si consuma sulle strade ed autostrade del nostro Paese.
Gli ultimi dati I.S.T.A.T., resi noti dall' A.C.I. nel corso del convegno tenutosi di recente a Roma, riferiscono che nel 2005, sono stati registrati 225.078 incidenti stradali con 5.426 morti e 313.754 feriti. Altissimi i costi sociali quantificabili in 35 milioni circa di euro.
Ancora una volta, nero su bianco, le cifre parlano chiaro e ci dicono di realtà che non vorremmo conoscere perché dolorose e perché ci richiamano, senza possibilità d'appello, alle nostre responsabilità di genitori, educatori, cittadini.
La domenica, con 1.014 decessi (il 19% del totale), è il giorno in cui si muore di più, il mese listato a lutto è luglio (19 decessi al giorno), le ore più a rischio sono quelle comprese tra le 14 e le 17, il maggior numero di decessi si registra tra la mezzanotte e le 6.
Nell' ordine, le cause maggiormente responsabili sono: il mancato rispetto della segnaletica, la guida distratta, la velocità ed il mancato rispetto della distanza di sicurezza.


Ogni giorno, sulla strada, perdono la vita 15 persone. Per lo più si tratta di giovani al di sotto dei 30 anni.
Un' emergenza sociale. Da affrontare in vario modo e con vari mezzi.
Multe, divieti, punizioni però, secondo gli esperti, non sono gli strumenti più adatti. Il giovane under-30 è spesso convinto, vuoi perché spesso alla guida di macchine robuste, vuoi perché in preda ad un delirio di onnipotenza da alcol o psicofarmaci, di saper gestire il rischio, di poter controllare ogni pericolo, In ogni circostanza.
Niente di più sbagliato, purtroppo, ed i dati lo confermano. Sono proprio loro le principali vittime e anche i principali responsabili di incidenti che causano la morte di altre persone.
Come aumentare il senso di responsabilità verso se stessi e gli altri, di chi è alla guida di un automezzo?
Sicuramente l'essere rimasti coinvolti in un incidente con pesanti conseguenze psico-fisiche, insegna molto e può trasformare chi ne è colpito, in veri e propri portavoce di "guida sicura". Ma bisogna proprio arrivare a questo per ottenere dai giovani più attenzione e correttezza quando sono alla guida del mezzo?
Ci si augura di no, anzi l'obiettivo della lotta alle stragi sulle strade italiane, da chiunque Istituzione pubblica o iniziativa privata parta, punta proprio sulla Prevenzione.
Ed ancora una volta la comunicazione riveste un ruolo di importanza strategica, con la finalità di creare una cultura della "mobilità sicura" "diffondendo messaggi positivi e non terroristici ", come suggerisce la ricerca condotta dall' A.C.I. e dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione.
Il bilancio annuale degli incidenti su strada su tutto il territorio europeo è enorme. 1 milione e 300 mila gli incidenti, 40mila i morti (10 mila giovani tra i 15 ed i 24 anni), 1 milione e 700 i feriti, 160 miliardi di euro, il costo di queste tragedie.
Ecco perché l'Unione Europea si è prefisso l'obiettivo, entro il 2010, di dimezzare il numero delle persone vittime della strada. Per il nostro paese, (dal 2003 al primo posto nell'ambito dei paesi U.E.) l'obiettivo è ancora lontano ma non difficile da raggiungere. Per centrarlo non si dovrebbero superare le 3.100 vittime l'anno, con una riduzione ogni anno del 9%.
E' dunque arrivato il momento di agire. Per tutti ed a tutti i livelli con provvedimenti atti a migliorare la rete di sicurezza stradale ma soprattutto con campagne di sensibilizzazione e con strategie di prevenzione.
Bisogna arrivare a far sì che i nostri giovani siano consapevoli dell'importanza di mettersi alla guida con veicoli sicuri, revisionati a dovere ogni stagione, che allacciare la cintura di sicurezza sia un'azione "salvavita" e che è pericolosissimo, per la propria vita e per quella altrui, mettersi al volante ubriachi o sotto l'effetto di altre droghe. Con Seneca amiamo pensare che "non ha senso fare della morte... l'ultimo traguardo di una corsa veloce".

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